KM3
Ambiti:
Fisica nucleare e subnucleare
Il neutrino è la particella più elusiva che conosciamo: quando fu ipotizzato da W. Pauli nel 1930, si temeva che non potesse essere mai rivelato. Il motivo è che esso è privo di carica elettrica, e la sua probabilità d'interazione con la materia ordinaria è molto piccola. Oggi sappiamo che neutrini sono prodotti dai processi di fusione nucleare che mantengono in vita le stelle, dalle esplosioni conseguenti il collasso gravitazionale stellare, dalla interazioni tra particelle cariche accelerate da meccanismi astrofisici, dalla radioattività e dai reattori nucleari presenti sulla Terra.
Tuttavia, il flusso di neutrini in arrivo su una certa superficie decresce molto al crescere della loro energia: occorrono quindi esperimenti di scala gigantesca per potere rivelare i neutrini originati da processi astrofisici di energia estrema. Nel mondo, sono in funzione tre grandi rivelatori (IceCube al Polo Sud, ANTARES nel Mar Mediterraneo e GVD in Siberia) e un rivelatore più grande (KM3NeT) è in fase di realizzazione nel Mar Mediterraneo.
Per una rassegna sulle proprietà del neutrino, sulla sua storia, e sulle proprietà ancora oggetto di indagine, si veda: F. Ferroni. Neutrino, 90 years after. Il Nuovo saggiatore. Vol 34, 2018, no. 1-2
Una rassegna divulgativa sulle connessioni tra neutrini ed astrofisica: M. Spurio. Giornale di Fisica. Vol. 57 no. 3 (2016)
Un testo più specialistico su tutti gli aspetti dell’astrofisica studiata con particelle è: M. Spurio. Springer 2018. ISBN 978-3-319-96853-7
Per una storia dettagliata sullo sviluppo di telescopi per neutrini: C. Spiering. EPJ H (2012) 37: 515.
Un numero monografico di una rivista dell’Università del Salento sui neutrini: Autori Vari, n. VI (Università del Salento, Lecce 2015)
Tommaso Chiarusi
Francesco Giacomini
Ricercatore confermato
Professoressa associata
Professore ordinario