I moti delle faglie sono comunemente assunti essere la causa di un terremoto (sorgenti sismiche). Lo scopo della presente ricerca è la corretta rilevazione e interpretazione degli effetti che si verificano durante il cosiddetto ciclo di faglia. I terremoti deformano temporaneamente e permanentemente le rocce circostanti la sorgente sismica. Questi effetti sulla superficie terrestre possono essere registrati da misure di geodesia spaziale. Parte dell’attività di ricerca è dedicata all’acquisizione di dati GPS provenienti da diverse stazioni in Emilia-Romagna (in collaborazione con l’Università di Padova - UniPd). Al contempo, i dati geodetici contengono evidenze di processi di diversa origine, che devono essere riconosciute prima di procedere con analisi successive. A questo scopo è importante l’integrazione dei dati geodetici con altri tipi di osservazioni (ad esempio pattern di sismicità, variazioni del livello della falda freatica, precipitazioni, misure di compattazione del suolo) sia prima (fase inter-sismica del ciclo di faglia) che dopo (fase post-sismica) il verificarsi di un terremoto. La maggior parte dell’interpretazione degli effetti dei terremoti è basata sulla valutazione tramite modelli della deformazione indotta dal terremoto stesso, che a sua volta dipende dalla parametrizzazione della sorgente sismica e dalle proprietà del mezzo (sia elastiche che poro-elastiche). Per questo motivo, una modellizzazione realistica degli effetti superficiali dei terremoti corrobora la parametrizzazione assunta per la sorgente sismica e il mezzo circostante.