Processi microfisici

La linea di ricerca si sviluppa secondo due direttrici che hanno come obiettivo comune il miglioramento della conoscenza dei processi che coinvolgono nubi e precipitazioni.

La prima studia con tecniche multi-piattaforma le caratteristiche fisiche di nubi e precipitazione, utilizzando dati da disdrometri, radar, satellite e reti di fulminazione. La seconda sviluppa nuove tecniche per la stima della precipitazione da sensori remoti, per applicazioni all’idrologia ed alla prevenzione dei rischi idrogeologici.

Recenti risultati della prima attività hanno portato alla fondazione del Gruppo Italiano di Disdrometria (www.gid-net.it), che mette in rete i disdrometri operanti in Italia. Inoltre, l’osservazione da radar della scia di un intenso cumulonembo ha ipotizzato la formazione di vortici di Von Karman dall’interazione tra il vento e la corrente convettiva. Infine, si è studiata la struttura delle nubi che hanno prodotto i Terrestrial Gamma-ray Flashes, come osservati dallo spazio da sensori utilizzati per l’astrofisica.

L’attività di stima della precipitazione da sensori remoti ha sviluppato un algoritmo multisensore per la stima della precipitazione in Antartide, applicabile alle nevicate delle medie latitudini. Inoltre, è allo studio, nell’ambito della facility dell’EUMETSAT H-SAF (hsaf.meteoam.it), l’algoritmo di stima basato sui dati del METEOSAT di terza generazione, utilizzando algoritmi di machine learning.

Confronto tra stime di precipitazione da collegamenti commerciali  (b, f) e campi di riferimento (a, e) (Roversi et al., 2020)
Confronto tra stime di precipitazione da collegamenti commerciali (b, f) e campi di riferimento (a, e) (Roversi et al., 2020).

Studio sperimentale dell’efficacia della precipitazione liquida e solida nella rimozione del particolato atmosferico, tramite dati disdrometrici e misure di particelle di aerosol.

Disdrometro Parsivel2 per lo studio microfisico della precipitazione (a destra) e contatori ottici di particelle (OPC) per il campionamento di aerosol (a sinistra), sul tetto del DIFA